La “Matricula Societatis Fabrorum civitatis Bononiae”
è un documento storico di incredibile importanza.
Legato ad un periodo storico in cui nelle città del nord-Italia prendevano sempre più importanza le società delle arti e dei mestieri, gli statuti servivano per regolarizzare e categorizzare il lavoro degli artigiani e dei mercanti, sempre più specializzati e sempre più ricchi. Basti sapere che dopo la rivolta del 1376 Bologna è governata proprio da queste società alle quali sono affidate il commercio e l’economia cittadina.
Sono registrati sullo statuto dei fabbri dieci categorie di artigiani, che hanno una cosa in comune: lavorare il metallo. Che fossero spadai, pentolai o mercanti dovevano essere iscritti al registro, si specifica più volte che questo doveva avvenire sia se si lavorava dentro che fuori le mura, sia che si possedesse “una fucina o una fornace, un cassone o un banco dotato di scrigno o una bottega”1
Le miniature, che ci hanno fornito ottimi spunti per la riuscita del banco didattico, sono presenti al di sopra di ogni elencazione di nomi e ci mostrano gli artigiani al lavoro.
Abbiamo ricostruito la figura del mercante, dell’armaiolo e dell’arcacherio che oltre a battere rame, ferro e bronzo tirava il filo di ferro per le cotte di maglia.